di Riccardo Noury e Monica Ricci Sargentini
Razzismo |

Vivere braccati a causa di una superstizione. E’ quello che accade in Tanzania (ma anche in altre parti dell’Africa) alle persone affette da albinismo perché c’è chi è disposto a pagare decine di migliaia di dollari per avere parti del loro corpo che poi vengono usate per fare incantesimi. Niente di nuovo nel Paese che ha il più alto tasso di persone affette da albinismo al mondo. Mentre nella maggior parte dell’Africa una persona su 15.000 è affetta da albinismo, un tanzaniano su 1.400 soffre di questa condizione. Una mutazione del gene albino OCA2, che produce il pigmento melanina responsabile dell’abbronzatura della pelle, è portata (se non esibita) da un cittadino su 19.

In Tanzania, nascere albino indica che sei maledetto fin dalla nascita. Quando una donna nera dà alla luce un bambino bianco, ha difficoltà ad accettarlo. Si racconta addirittura che le madri anneghino i loro neonati poco dopo la nascita. Tuttavia, questa è una condizione genetica che può essere tramandata fino a sette generazioni. (altro…)

Donne |

Sembrerebbe una scena irreale, di fantapolica, uscita dalle pagine di un romanzo Houellebecq, invece siamo in Italia e per la precisione nell’atrio di Palazzo Nuovo, all’Università di Torino dove venerdì scorso l’imam Brahim Baya ha tenuto un sermone in italiano e in arabo inneggiando alla jihad contro Israele. La notizia ha avuto una grossa risonanza sulla stampa italiana, come abbiamo raccontato qui, ma non è stato messo in risalto un particolare, per nulla secondario. Nella foto si vede Baya che parla a un gruppo di studenti, tutti maschi. Ma poco più in là, al di là di una rete, ci sono le ragazze. Tagliate fuori, chiuse in un angolo.

“Torno sull’Imam all’Università di Torino – scrive su X Anna Paola Concia -. Ho guardato attentamente la foto: una rete segrega le ragazze. Le femministe proplaestina, che giustamente combattono il patriarcato in Italia, sono d’accordo invece con questo trattamento riservato da quella cultura alle donne? Integrazione di chi?”

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